Emendamenti al sostegni ter

Al DL 2505, cosiddetto sostegni ter, sono stati presentati quattro emendamenti che riguardano il concorso dei docenti di religione cattolica: il 19.14 di Iannone, Calandrini, De Carlo; il 19.15, di Berardi, Caligiuri; il 19.0.20 di Sbrollini, Evangelista e il 19.0.21 di Iannone, Calandrini, De Carlo.
I primi due, identici tra loro, presentati da Fratelli d’Italia, Forza Italia e UDC, ricalcano il 5.021 presentato al Milleproroghe e prevedono un concorso straordinario per titoli e servizio. I secondi due (IV-PSI e Fratelli d’Italia), anch’essi identici tra loro, ricalcano il 5.022 presentato al Milleproroghe e prevedono un concorso straordinario con una prova orale didattico-metodologica non meglio specificata. Ancora una volta viene colta l’occasione per portare all’attenzione l’annoso problema del concorso di religione cattolica e si possono trovare elementi positivi nelle diverse proposte.
Sicuramente apprezzabile la proposta di procedure straordinarie che andrebbero, giustamente, a riconoscere ai precari idr di lungo corso un trattamento almeno simile ai colleghi di altre discipline che attendono ora, entro il 15 giugno, una terza procedura straordinaria. Purtroppo, ancora una volta, accanto a queste procedure ne viene prevista una ordinaria per il 50% dei posti messi a bando, una percentuale decisamente troppo alta rispetto ai precari storici di religione cattolica che attendono un’opportunità per l’immissione in ruolo da ormai un ventennio. La procedura ordinaria rischierebbe di occupare le cattedre libere e vacanti affidandole a giovani supplenti e togliendo o riducendo le ore di lavoro a chi ha dedicato un’intera vita lavorativa all’insegnamento di religione cattolica. Attualmente tali cattedre sono affidate stabilmente con incarico annuale ai precari di lungo corso.
Neppure l’istituzione di una graduatoria ad esaurimento, prevista dagli emendamenti 19.0.20 e 19.0.21 sarebbe sufficiente a garantire i precari storici dal pericolo di perdere le cattedre attualmente occupate. La situazione, non migliorerebbe certamente con gli emendamenti 19.14 e 19.15 in cui, nuovamente, si prevede la partecipazione dei docenti delle scuole paritarie alla procedura straordinaria, aumentando così la quota di docenti che concorrerebbero senza occupare attualmente una cattedra con incarico annuale. Questi ultimi emendamenti, del resto, renderebbero giustizia almeno agli idonei del 2004, che da lungo tempo attendono l’immissione in ruolo, ma che non trovano posto nelle diocesi di appartenenza dove è stata raggiunta la soglia del 70% prevista per l’organico di ruolo del personale IRC. Ancora una volta la buona volontà si mostra insufficiente ed evidenzia, sempre più, la necessità di un serio ripensamento della normativa che possa finalmente rispondere alle istanze degli insegnanti di religione cattolica rispettandone la dignità professionale e personale.