50/50 vs 80/20

L’attuale normativa concorsuale riserva (solo) il 50% dei posti allo straordinario, lasciando il restante 50% alla procedura ordinaria. Come è noto, al concorso può essere destinata (solo) la parte libera del 70% dei posti in ciascun settore di ogni regione, parte di questa quota risulta già occupata in percentuali parecchio variabili da regione a regione e da settore a settore. Per stimare il pericolo del 50% di ordinario a danno dei precari storici, abbiamo più volte considerato il numero di aspiranti “under 36 mesi” o supplenti presenti in ogni regione che abbiano determinate caratteristiche (con titolo e idoneità, senza incarico annuale o con incarico non completo). Per valutare l’impatto della procedura ordinaria sull’attuale distribuzione degli incarichi e quindi sulla possibilità di conservare il proprio posto di lavoro, occorre confrontare i numeri dei posti a bando per l’ordinario e i numeri del 30%. Si spera, infatti, che quest’ultima quota riesca almeno a contenere il rischio di perdita del lavoro dei colleghi che hanno dedicato la vita a questa professione, soprattutto di quelli che lavorano da oltre un ventennio e che più difficilmente potrebbero trovare collocazione altrove.

Ho già offerto una dettagliata analisi delle prospettive legate all’attuale dispositivo di legge qui

https://www.appuntiirc.it/blog/fantaconcorso-irc-diario-di-viaggio

Il grosso problema oggi, a un ventennio dal primo e unico concorso IRC della storia, è però che la quota del 30% sia interamente occupata anch’essa da precari di lungo corso, ciò eliminerebbe l’effetto di tamponamento che il 30% dovrebbe avere. I numeri reali non sono rassicuranti rispetto alle percentuali concesse alle due diverse procedure. Proponiamo una ulteriore analisi, sollecitati dallo stimolo offerto dal collega Sergio Ventura qui:

https://www.facebook.com/groups/supportoIRC/permalink/6200688960017666/ 

Cosa accadrebbe dunque se la quota riservata allo straordinario fosse alzata? Ogni punto percentuale guadagnato rappresenterebbe posti in più per i precari storici, fino a giungere a zone di maggior tranquillità per la conservazione del proprio posto di lavoro. Nelle tabelle mostriamo un possibile confronto tra le percentuali destinate alle procedure previste dal DL 36/2022 e le percentuali modificate da un innalzamento della quota per lo straordinario all’80%. Paradossalmente più aumenta il numero dei posti a bando e più aumenta, in percentuale, l’impatto dell’ordinario sulla distribuzione degli incarichi, in alcune regioni però lo scarso numero di supplenti idonei funge da controspinta e riduce gli effetti nefasti sui posti di lavoro del precariato storico. In base a diversi fattori i collaboratori di “Quelli che studiano gli Appunti” hanno diviso le regioni in tre fasce: a basso rischio, a rischio medio e ad alto rischio. Consapevoli che non esistano possibilità di completa eliminazione del rischio a livello regionale, se non con un’unica procedura riservata e straordinaria, e ben consci del variegato panorama offerto dalle diocesi sul territorio nazionale, abbiamo cercato di evidenziare il diverso effetto di un numero ridotto di supplenti idonei da introdurre nell’organico totale, confrontandolo con la capacità del 30% di riassorbirlo. Alla riflessione si aggiunga anche una puntualizzazione: se il 30% fosse occupato a riassorbire gli scavalchi, difficilmente potrebbe essere impiegato per riassorbire i bocciati o coloro che, per qualsiasi ragione, dovessero decidere di non partecipare al concorso.

Per una miglior lettura delle tabelle, clicca qui: https://www.appuntiirc.it/quelli-che-studiano-gli-appunti